sabato 10 marzo 2012

Appunti di letteratura - MUSIL, L'UOMO SENZA QUALITA' - PARTE 2° - LA SCIENZA

A proposito di Galileo Galilei e della nascita della scienza  moderna, così si esprime paradossalmente Musil ne "L'uomo senza qualità" :

"La chiesa cattolica ha commesso un grave errore limitandosi a minacciare di morte e a costringere all'abiura un uomo simile, invece di ammazzarlo senza tanti complimenti: perché dal modo suo e degli spiriti a lui affini di vedere le cose avrebbero poi tratto origine - e in brevissimo tempo se si impiegano i tempi storici - gli orari ferroviari, le macchine utensili, la psicologia fisiologica, e l'attuale corruzione morale cui la Chiesa stessa non riesce più a far fronte" (pp.410-11, trad. A.Vigliani, Mondadori).

Perché Musil afferma questo ? Come è collegata la scienza alla corruzione morale ? La scienza abbandona come insensata la ricerca delle cause non descrivibili, cioè non percepibili e non rappresentabili matematicamente.  Le cause finali non rientrano dunque nell'interesse della scienza, e possono essere solamente pensate dalla metafisica, che si occupa dei principi indimostrabili. Dio, se esiste e agisce, non può dunque essere  certamente considerato oggetto di scienza. Di ogni effetto possiamo pensare a Dio come causa finale (anche se non lo possiamo dimostrare scientificamente), oppure possiamo pensare semplicemente a una causa prossima, percepibile e misurabile.

Consideriamo ora una certa situazione storica, o anche una condizione individuale. Se mossi dall'idea di una causa finale, potremo considerare questo stato come l'esito di una scelta morale, cioè come adeguamento o trasgressione a un ordine divino, dalle conseguenze estese persino oltre la nostra esistenza terrena. Se invece non pensiamo metafisicamente, cioè non pensiamo a cause finali e a divinità, dovremo semplicemente pensare agli effetti dei nostri atti in termini di mera opportunità razionale (Mi conviene agire così ? Come muteranno le mie relazioni con gli altri e con gli oggetti ? Ne ricaverò più danni o benefici ? ecc.). Infatti non avremo nulla a cui rapportare le nostre scelte se non la razionalità e ciò che si mostra e si  sperimenta soggettivamente, e non entità indimostrabili. E' evidente che il fondamento religioso della moralità  viene fortemente scosso, e si comprendono le paradossali espressioni di Musil.

Ma se la scelta razionale è portatrice di corruzione, non veniamo con ciò a dire che la scelta dell'uomo come corpo che tende a sopravvivere è, in ultima istanza, ingiusta ? Che la vita, come fondamento corporeo, è ingiusta ? Vi è una dicotomia insanabile nella religione cristiana, che si oppone alla totalità - così come intesa ad esempio dal pensiero junghiano, in cui "il Dio magnifico e terribile" è insieme salvifico e annichilente.