"...perchè pensare è faticoso...e la gente cerca tutte le scorciatoie per non pensare...io credo che ci sia la guerra perchè non si pensa...pensare è già la pace!" Cesare Zavattini
giovedì 27 gennaio 2011
MASI E SANTORO PERSONE ARROGANTI
Scrivo di getto dopo avere visto e ascoltato il confronto fra il direttore generale della RAI Masi e Santoro durante l'ultima puntata di Anno Zero. Prima Masi afferma che Santoro in precedenti trasmissioni lo ha "insultato in diretta, come sanno gli ascoltatori", al chè Santoro giustamente replica "come lei sostiene, non come sanno gli ascoltatori", visto chè è in atto un procedimento giudiziario che deve pronunciarsi in proposito. Arroganza di Masi. Questi poi dopo afferma di dissociarsi dal tipo di trasmissione impostata da Santoro, "perchè ad avviso mio e dei miei legali viola in maniera chiara il codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive e i principi costituzionali e legislativi che ne sono alla base". Sulla base di queste affermazioni, Santoro gli risponde che "lei sta dicendo che questa trasmissione viola le regole" e quindi coerentemente dovrebbe far chiudere il programma, oppure ritirare quanto appena affermato. Arroganza di Santoro. Perchè Masi ha espresso chiaramente una sua opinione (e dei suo legali) e non una certezza, sulla base della quale evidentemente egli non può chiudere la trasmissione, e neppure può - nè è giusto che avvenga - ritirarare quella che è un sua libera opinione. Ecco due persone che dall'alto del loro Ego hanno dato un pessimo esempio di tolleranza reciproca.
venerdì 14 gennaio 2011
IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO
L'articolo 1 della Costituzione stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, dunque è il popolo stesso che determina in maniera fondante attraverso chi e come debba essere governato. Ora, il governo democratico ("governo" inteso nel senso lato del termine) si esprime attraverso i suoi organi costitutivi - i cosiddetti Poteri legislativo, esecutivo, giudiziario - di cui i primi due sono l'emanazione diretta della volontà popolare, mentre l'ultimo ha il compito di applicare questa volontà.
Poichè tuttavia vi deve essere una gestione equilibrata del potere, affinchè non sussistano abusi, le democrazie liberali hanno stabilito la presenza di organismi che abbiano la facoltà di controllare l'operato dei Parlamenti e dei Governi. La Corte Costituzionale svolge questa funzione, passando al vaglio la legittimità delle norme. Il potere del popolo ha dunque un limite, (Art.1: "...che lo esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"), del resto confermato dal fatto che parte dei componenti della Corte è designata dalla magistratura - che non è emanazione popolare - e da un Capo dello Stato non eletto direttamente dal popolo. Il Parlamento e l'Esecutivo hanno dunque una legittimazione primaria ma non assoluta.
La sovranità è l'elemento base della convivenza, altrimenti è il caos: vi deve essere cioè un "governo delle regole" che elimini l'arbitrio. In ogni società civile non può quindi non esserci "sovranità". Poichè dunque questa è necessariamente data, è il popolo a stabililire in che modalità essa debba esprimersi, attraverso quali programmi e linee di governo. Gli Esecutivi e i Parlamenti hanno dunque il diritto di governare - per quanto sottoposto a controllo, come abbiamo visto.
Poichè questo diritto si incarna in persone concrete (i nostri parlamentari e governanti), esse però non possono essere considerate persone comuni, nel senso che esse, nello svolgimento delle loro funzioni, esprimono istituzionalmente una volontà fondante collettiva e non una volontà individuale. Se queste persone fossero impedite a svolgere le loro funzioni, ad esempio per procedimenti giudiziari in corso - è il caso del presidente Berlusconi - verrebbe leso uno dei principi base della nostra carta, verrebbe cioè impedito al popolo sovrano di esprimere la sovranità che ha liberamente scelto. Ecco perchè la Corte Costituzionale ha riconosciuta corretta la formula del cosiddetto "legittimo impedimento", pur determinandone una forma diversa rispetto a quella presentata nella proposta della Destra. Essa ha cioè riconosciuto corretto un principio, limitandone però la portata originaria, restituendo alla magistratura quella prerogativa di controllo che essa possiede, come previsto dall'equilibrio dei poteri.
Poichè tuttavia vi deve essere una gestione equilibrata del potere, affinchè non sussistano abusi, le democrazie liberali hanno stabilito la presenza di organismi che abbiano la facoltà di controllare l'operato dei Parlamenti e dei Governi. La Corte Costituzionale svolge questa funzione, passando al vaglio la legittimità delle norme. Il potere del popolo ha dunque un limite, (Art.1: "...che lo esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"), del resto confermato dal fatto che parte dei componenti della Corte è designata dalla magistratura - che non è emanazione popolare - e da un Capo dello Stato non eletto direttamente dal popolo. Il Parlamento e l'Esecutivo hanno dunque una legittimazione primaria ma non assoluta.
La sovranità è l'elemento base della convivenza, altrimenti è il caos: vi deve essere cioè un "governo delle regole" che elimini l'arbitrio. In ogni società civile non può quindi non esserci "sovranità". Poichè dunque questa è necessariamente data, è il popolo a stabililire in che modalità essa debba esprimersi, attraverso quali programmi e linee di governo. Gli Esecutivi e i Parlamenti hanno dunque il diritto di governare - per quanto sottoposto a controllo, come abbiamo visto.
Poichè questo diritto si incarna in persone concrete (i nostri parlamentari e governanti), esse però non possono essere considerate persone comuni, nel senso che esse, nello svolgimento delle loro funzioni, esprimono istituzionalmente una volontà fondante collettiva e non una volontà individuale. Se queste persone fossero impedite a svolgere le loro funzioni, ad esempio per procedimenti giudiziari in corso - è il caso del presidente Berlusconi - verrebbe leso uno dei principi base della nostra carta, verrebbe cioè impedito al popolo sovrano di esprimere la sovranità che ha liberamente scelto. Ecco perchè la Corte Costituzionale ha riconosciuta corretta la formula del cosiddetto "legittimo impedimento", pur determinandone una forma diversa rispetto a quella presentata nella proposta della Destra. Essa ha cioè riconosciuto corretto un principio, limitandone però la portata originaria, restituendo alla magistratura quella prerogativa di controllo che essa possiede, come previsto dall'equilibrio dei poteri.
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