Si tratta di una nota "che non si interrompe", quindi, e simbolicamente indica il protrarsi all'infinito, in tutte le sue declinazioni, compresa quella del protrarsi della specie, cioè della capacità generativa femminile.
Il goffo presentatore le pone maliziosamente la mano sul ventre, istigato da lei ad ammirarne la potenza, ch'è potenza del canto e potenza del ventre generativo, di fronte alla quale egli (che è il vero "castrato") non può alcun confronto, se non emettere stridule note. Ricordo in proposito lo sprezzante commento di una collega di lavoro sul ruolo dell'uomo nella maternità: "Voi uomini non ci mettete altro che uno schizzo!".
Il maschio non può - a tutt'oggi - che ammirare e meravigliarsi di questa potenza. Joseph Campbell in "Mitologia primitiva" pone lo stupore dell'uomo primitivo di fronte al crescere del ventre femminile e all'uscirne della vita come elemento originario delle prime forme religiose, legate al culto delle statuette delle Veneri Neolitiche (es. Venere di Willendorf), rappresentate in tutta la potenza del corpo (esse non anno VOLTO) femminile, corpo che genera corpo "ad libitum".