domenica 13 febbraio 2011

PURITANI

Giuliano Ferrara ha una ragione e un torto nel suo intervento al TG 1 (pubblicato dal sito di Repubblica):
1. La ragione consiste nel fatto che è vero che una amplissima parte degli oppositori di Berlusconi tenta di eliminarlo facendo leva su aspetti moralistici del suo comportamento privato.

Faccio due esempi: all'indomani delle dichiarazioni del procuratore Brutti Liberati - che affermavano non esservi state irregolarità la notte in cui Ruby veniva affidata alla consigliere Minetti - Rosy Bindi, alla trasmissione Ballarò, poneva l'accento sul comportamento privato del premier, indicandolo come un cattivo esempio da seguire e un pessimo modello educativo. Questa affermazione, del tutto legittima, è tuttavia impropria in una trasmissione che ha carattere politico, mentre è corretta se espressa in altri contesti.

Altro esempio: il riferimento alla Costituzione laddove indica l'onorabilità del premier e delle cariche dello Stato è applicabile anche qui esclusivamente a un contesto politico o giudiziario. E' improprio - e ha carattere evidentemente moralista  - applicarlo alla sfera dei comportamenti privati, laddove questi comportamenti non abbiano altra rilevanza.

Di questa tendenza "moralistica" del centrosinistra è ben consapevole ad esempio il filosofo Cacciari, che non perde occasione per invitarlo a presentare invece una solida proposta politica alternativa.

2.Il torto consite nell'accusare la magistratura di moralismo.

Di fronte ad indizi di reato (in questo caso prostituzione minorile e concussione), essa ha l'obbligatorietà dell'azione penale, e quindi deve mettere legittimamente in atto le azioni dovute - ad esempio le intercettazioni, fino al rinvio a giudizio - al fine di giungere a definire la sussitenza o meno del reato medesimo. Non è quindi  il comportamento privato in sè che viene giudicato, ma solamente quegli atti che, all'interno di quel comportamento, abbiano rilevanza penale.

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