martedì 28 luglio 2009

ALLA MOSTRA DEL CANOVA

Ciò che dobbiamo realmente chiederci a proposito dell'arte non è che cosa essa sia o significhi, che cosa esprima o come si esprima, bensì, in realtà, - e l'ho capito in occasione della visita alla mostra del Canova a Forlì - a che cosa serva, se sia utile.

E questa visita lo è stata: il possesso della tessera COOP infatti mi ha consentito insperabilmente di usufruire di uno sconto di 3 € all'ingresso, coi quali potrò pagarmi l'accorciatura di un paio di pantaloni o 3 litri di gasolio.

E' spregio di valori estetici il mio, è dileggio ? No, non mi si può accusare di questo. Mi sento in colpa, ma per altre parole.

Chi ha sorbito il Bello, o assaporato la Verità, chi ha goduto di questo infinito privilegio ? Ebbene, chi lo ha fatto, quei pochi, rari fortunati che elevano se stessi oltre il bruto, ascoltino le mie parole: essi, poichè hanno conosciuto questo bene, ora lo potranno offendere liberamente, affrancati come sono ormai dal bisogno.

Come li invidio: è per questo che faccio teatro dei miei affetti. Non vi è nulla in essi che abbia la pretesa di essere specchio di qualcosa, immagine vera.

La bellezza è sempre convulsa, anche quella classica: senza di essa non c'è alcun palpito nè coscienza. Venere, Psiche, Ebe, Flora, non sono che immagini dell'Anima, della giovinezza insita nel suo stupore.

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