giovedì 9 luglio 2009

AUSCHWITZ

Il male suscita il nostro sconcerto e ci sgomenta perché è un paradosso: è qualcosa che è -nella vita- contro la vita, si oppone alla nostra volontà di vivere.

Di fronte a certi drammi la nostra coscienza può, se non accettare, almeno sopportare questo male, se lo considera frutto di una necessità inevitabile.Il filosofo Ricoeur dice però che il male di Auschwitz supera le nostre capacità di sopportazione.

Perché questo male è insopportabile ? Perché in questo caso si tratta di male provocato dall'uomo. Noi sentiamo una voce dentro che ci dice che questo male avrebbe potuto essere evitato.Ecco l'enorme problema della libertà. Se veramente l'uomo è libero, Auschwitz è insopportabile.Il male in sé è ingiusto, sempre. Difficilmente può essere accettato. Tuttavia diventa insopportabile quando viene sentito come evitabile.

Ma Auschwitz poteva essere veramente evitato ? E ciò che noi consideriamo "vita", ovvero quello che è l'ideale di vita a cui il male si oppone (per cui noi inorridiamo), che "vita" è ? E' la vita vera o un nostro desiderio ? Questa vita è certamente anche una nostra volontà. Ma siamo sicuri di "volere" bene, di essere nel giusto "volendo in questo modo” ? Quanto conta, in una considerazione totale dell'essere, questa volontà ?

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