lunedì 24 agosto 2009

LA BELLEZZA

Dice Platone nel Simposio che l'amore è il desiderio di procreare nel bello con il corpo o con la mente: a un certo punto gli uomini, desiderosi di perpetuarsi (sia attraverso la generazione di corpi, sia attraverso la creazione di Leggi e di altre opere dello spirito) cercano di avvicinarsi alla bellezza, dalla quale vengono fecondati e resi creativi.

Ma cosa è allora, propriamente, la bellezza ? Mi viene fatto di pensare che ciò che ci rende veramente creativi, fecondi e, di fatto, vivi, possa essere solo il senso della potenza del Sè, che è anzitutto senso primario e fisico, e che quindi la bellezza sia anzitutto incarnata da tutto ciò che noi pensiamo possa potenziarci primariamente come persone concrete e viventi.

L'esperienza originaria della bellezza non può consistere dunque altro che nell'esperienza di un corpo materno, che ci dona la dignità di esistere, bellezza che seduce, che conduce a sè nello spazio vivente, radice fisica del pensiero, e che conserva la sua traccia in ogni bellezza, nella quale vediamo rispecchiata l'evidenza di una ragione nella quale collocarci, derivata dal senso fisico che il Sè possiede di esistere nel mondo.

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