mercoledì 26 agosto 2009

AUTONOMIA DELL'UOMO E DEMOCRAZIA

Suscitano in me perplessità posizioni come quella di P. Flores d'Arcais - espressa sul Manifesto di domenica 23/8 - che, affermando l'autonomia dell'uomo da Dio, sembrano per ciò dare per scontato il relativismo.

Si dice: se Dio non esiste - e dunque l'uomo è auto-nòmos e si dà da solo le sue leggi - allora per ciò stesso l'umanità si esprime in una pluralità ed eterogeneità di scopi e valori, e la Democrazia è l'esercizio quotidiano che si fa per conciliare o almeno dare eguale dignità alle infinite forme esistenziali: la "laicità" è proprio lo spazio in cui esse possono convivere. Premessa di questa convivenza è che si riconosca la propria come una verità "relativa" e non assoluta, e che dunque essa non possa avere la pretesa di imporsi sulle altre, come invece tende ad imporsi una verità ritenuta universale e assoluta.

Io ritengo tuttavia che l'autonomia dell'uomo da Dio non sia incompatibile con l'idea e il perseguimento di princìpi universali immanenti e che la Democrazia sia compatibile anche con l'idea di un principio universale - di qualsiasi natura esso sia, trascendente o immanente - che si possa costruire con pazienza e fatica nella tolleranza, generata quest'ultima non dall'umiltà data dalla cosapevolezza della molteplicità ontologica dei significati - che li equipara -, ma dalla consapevolezza delle difficoltà che l'uomo incontra ad avvicinarsi all'unico significato universale.

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