giovedì 17 settembre 2009

DEI

Non siamo più abituati agli Dei. Non siamo più popolati dalla loro presenza, non esistono più - o hanno perso autorità - i mediatori culturali che anticamente ci consentivano di sentirne la vicinanza.

L'Illuminismo razonalista ha bocciato come pura invenzione la pregnanza dei simboli, la loro forza irrinunciabile, imponderabile ma necessaria. Li ha relegati nell'indifferenza, ma essi continuano a esistere e influenzare la nostra vita. Anzi, poichè li abbiamo ricacciati nell'inconscio, essi accumulano al nostro interno maggiore energia, col rischio persino di travolgerci, come dimostrano le catastrofi del '900, dalle dittature alle guerre mondiali.

Se l'Amore è il "numinoso" (cioè l'affascinante, con un richiamo alla natura "divina", del "nume") che ci appare come controparte inconscia - e completante - del Sè, allora il rischio è quello che parti dell'inconscio irrompano in noi con la loro "numinosità", col loro fascino irresistibile, e poichè con esse non abbiamo più consuetudine, che invadano lo spazio della psiche, dominandolo completamente.

Jung infatti diceva che nel tempo ci si innamora con meno passione, poichè l'individuo ha imparato ad avere confidenza con queste parti inconscie e ad integrarle più o meno parzialmente nel prorio Sè.

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