L’irrazionale non può essere espresso compiutamente in alcun modo, ma si può avvicinavisi approssimativamente attraverso i linguaggi, ad es. attraverso i simboli, oppure attraverso definizioni linguistiche, oppure - come nel caso della musica - attraverso l'individuazione di forme espressive precise.
Il linguaggio artistico, poi, cerca spesso anche di simulare il flusso indicibile della vita, tentando di avvicinarsense per analogia, quasi che arte e vita tendano a diventare un'unica cosa. Si può dire che esso cessi di domandarsi sulle cose per entrare nelle cose. E in ciò consiste un’indubbia pregnanza, irraggiungibile altrimenti.
Si può dire che la vita consista allora in questa relazione vitale fra un momento in cui ci si “domanda” e uno in cui si “vive”, in cui entrambi gli elementi sono essenziali alla pienezza della vita. Questa relazione fra questi due momenti non può però essere intesa come successione (vale a dire come un tempo in cui si vive e uno successivo in cui si pensa, oppure l'inverso, uno in cui si pensa e uno in cui si vive), poichè non esiste un momento di "sola vita" o uno di solo "pensiero"; essa va intesa quindi come istante dialettico.
"...perchè pensare è faticoso...e la gente cerca tutte le scorciatoie per non pensare...io credo che ci sia la guerra perchè non si pensa...pensare è già la pace!" Cesare Zavattini
sabato 27 novembre 2010
IL PANE ARABO
Mi è capitata una piccola sventura gastronomica che ritengo essere metafora di eventi storici. Un piccolo panetto arabo rotondo, tenero e scondito, era stato da me messo nel forno a scongelare; una volta estratto, si poteva osservarne un principio di indurimento e la formazione di una leggera crosta. Lasciato sul tavolo, mi dimentico di mangiarlo, avendo trovato da qualche parte delle fette biscottate; allora lo ripongo in frigo per il giorno dopo. L'indomani, lo rimetto nuovamente in forno: stavolta la crosta era diventata bella dura e abbrustolita e la tenera mollica compatta e tenace. Era diventato un toscano. Alla civiltà del Rinascimento è necessario dunque giungere per errori, dimenticanze, leggerezze, attraverso un processo storico che la civiltà araba sta ancora percorrendo.
BELEN (walking steak)
Belen, datti una calmata. Anche tu sei una bistecca che cammina. Benchè deliziosa forma, sempre proteica, aminoacida e carboidratica resti. Anche tu lotti per la sopravvivenza, come Ruby, come le miriadi di ragnetti, tutti uguali eppure tutti diversi, come le lepri che si rintanano nei buchi, come i trichechi. Spesso sento il cuore pulsare come un grumo sanguinolento, vedo la mia pelle secca, mi sanguinano le gengive. In certi momenti sono lontano da Dio. Ma la parola lipidi dovrebbe sconvolgere e guarire.
giovedì 25 novembre 2010
LA PIANURA PADANA
La pianura padana è un enorme lago di umidità e spazio. Pianura recente, argillosa, alluvionale, fertilissima, grande utero fecondo. Terra di braccia e fatica, donne e uomini uguali e barbuti (perchè la terra ha bisogno delle braccia e del sudore di tutti), di spazi da percorrere (amiamo automobili e motori). Terra che esala vapori, odori femminili dalle zolle arate e dai letti dei fiumi nelle mattine d'estate ed eleva muri di nebbia che galleggiano tra le case. Entra nelle ossa e nel cervello tutta questa umidità, gonfia le cose e gli organismi, rende i pensieri pesanti, stimola le voglie dei corpi. E rende folli, poichè il pensiero deve sostare, rinchiudersi in sè, definire, ma l'umido lo fa galleggiare e gli toglie la calma e il silenzio di cui ha bisogno. I grandi pensieri nascono al secco e nelle terre riarse, nella Grecia degli ulivi, sulle montagne e nelle grotte degli asceti, nei deserti.
lunedì 15 novembre 2010
STOCCOLMA
Non posso avere scritto queste parole troppo belle, le devo avere trascritte da qualche parte...o forse le ho veramente scritte ? Se le ho scritte veramente, qualcuno per cortesia me ne convinca: lo ringrazierò di cuore, e pure ringrazierò me stesso per tanta bravura.
"Solo da un arbitrario punto di arrivo si può credere a un percorso, dare questo nome all'intrico dei propri giorni. Stoccolma non è il capolinea di Pietroburgo, ma solo un'occasione per voltarsi indietro. Dal guazzabuglio del passato allora emerge non la linea tratteggiata di un disegno, ma la forza posseduta dal punto di partenza, l'energia contenuta nella premessa".
Grazie, Erri De Luca.
"Solo da un arbitrario punto di arrivo si può credere a un percorso, dare questo nome all'intrico dei propri giorni. Stoccolma non è il capolinea di Pietroburgo, ma solo un'occasione per voltarsi indietro. Dal guazzabuglio del passato allora emerge non la linea tratteggiata di un disegno, ma la forza posseduta dal punto di partenza, l'energia contenuta nella premessa".
Grazie, Erri De Luca.
LA SALAMANDRA
Ah, per non morire
ti sotterri !
Una crepa ballerina
è la tua giovane vita.
Trapassa il tuo fango
una vana luce;
hai due vite,
una crepa ballerina
ti rivela.
ti sotterri !
Una crepa ballerina
è la tua giovane vita.
Trapassa il tuo fango
una vana luce;
hai due vite,
una crepa ballerina
ti rivela.
Non si può dire che l'amore ci assolva
come un tempo, quando nel tuo petto vedevo
profondi dilegui di finestre aperte
e t'abissavi per strette scale, fino alla vetta,
dove a guardar giù nessuno ardiva.
Solo tu sporgevi i piedi di quel tanto
da far tremare a vederti, ed era quel tanto
che ognuno di noi amava, quel già tuo
che a ognuno di noi mancava.
Forse troppa luce ci colse, o assenze;
pigiati in stipiti, costretti:
quella libertà ha dato infine limite e fine e tempo,
le gioie sono altre, vanno ancora insieme
ai giorni belli, altri sono questi
con una nuova purezza, altri amori
d'un altra bellezza.
come un tempo, quando nel tuo petto vedevo
profondi dilegui di finestre aperte
e t'abissavi per strette scale, fino alla vetta,
dove a guardar giù nessuno ardiva.
Solo tu sporgevi i piedi di quel tanto
da far tremare a vederti, ed era quel tanto
che ognuno di noi amava, quel già tuo
che a ognuno di noi mancava.
Forse troppa luce ci colse, o assenze;
pigiati in stipiti, costretti:
quella libertà ha dato infine limite e fine e tempo,
le gioie sono altre, vanno ancora insieme
ai giorni belli, altri sono questi
con una nuova purezza, altri amori
d'un altra bellezza.
UN DE' (Un giorno)
Un dè a i'ho incuntrè on
c'um ha guardè
e u'm ha dett: "Madona, s-ci bianc!
Tani vè a e mer ?"
Dop un pò, incotar un'etar
ch'um fa "Mo a sit in forma ?"
E pu dop un'etar incora
um guerda:
"S-ci megar !"
Alora a'i'ho capì
c'l era ora
d'andè da e barbir.
E basta poc.
(Traduzione: Un giorno ho incontrato uno/ che mi ha guardato/ e mi ha detto:" Madonna, come sei bianco!/ Non vai al mare ?/ Dopo un po' incontro un altro/ che mi fa: "Ma sei in forma ?"/ E poi dopo un altro ancora/ mi guarda:/ "Come sei magro!"/ Allora ho capito/ che era ora/ di andare dal barbiere./ Basta poco.)
c'um ha guardè
e u'm ha dett: "Madona, s-ci bianc!
Tani vè a e mer ?"
Dop un pò, incotar un'etar
ch'um fa "Mo a sit in forma ?"
E pu dop un'etar incora
um guerda:
"S-ci megar !"
Alora a'i'ho capì
c'l era ora
d'andè da e barbir.
E basta poc.
(Traduzione: Un giorno ho incontrato uno/ che mi ha guardato/ e mi ha detto:" Madonna, come sei bianco!/ Non vai al mare ?/ Dopo un po' incontro un altro/ che mi fa: "Ma sei in forma ?"/ E poi dopo un altro ancora/ mi guarda:/ "Come sei magro!"/ Allora ho capito/ che era ora/ di andare dal barbiere./ Basta poco.)
GLI ITALIANI POPOLO ILARE
Quello italiano è un popolo ilare. In ogni tavolata, in ogni luogo di lavoro, laddove un gruppetto di amici e confidenti si riunisca, la sghignazzata la fa da padrona. Non c'è momento in cui, di fronte a un lavoro da eseguire, un progetto da perseguire, un'idea da sviluppare e concretizzare, un gruppetto di italiani non finisca per ridersela di qualcosa e di qualcuno. Se si presta la dovuta attenzione a questo fenomeno, si finisce ben presto per scoprirne il motivo. E' noto che spesso i moti dell'animo - come il riso, o la commozione - nascono da un contrasto, una contraddizione presente fra due fenomeni concomitanti. Ad esempio, il riso che si prova per la caduta di uno sventurato passante che scivola sulla neve è dato dal contrasto fra due stati che si negano reciprocamente - l'essere in piedi e l'essere in terra - ,in generale fra un'idea di conservazione e una di distruzione (ecco perchè il tragico è l'altra faccia della medaglia del comico). Ci si commuove poi per la vita, - la sua nascita, in particolare - perchè rappresenta la concreta sconfitta della morte. L'italiano che se la ride e se la sghignazza vive quindi un contrasto, e questo è dato dal fatto che egli, mentre persegue un fine, sente in cuor suo che può deviarne quando lo desidera, che la regola che dovrebbe guidarlo può essere violata, che può fare in sostanza ciò che desidera.
sabato 12 giugno 2010
POIESIS E SAPHES
Nel momento in cui nasce la filosofia, avviene l'avvicendamento - all'interno della storia del pensiero umano - di due concetti: si passa dalla "poiesis" a ciò che è "saphes" (=luminoso). Poiesis è creazione dell'uomo, il suo intervento attivo che genera il racconto della realtà; "saphes" è invece ciò che si mostra agli occhi dell'uomo che passivamente riceve ciò che la realtà gli rimanda, la realtà stessa che si mostra così com'è. La differenza fondamentale di questi due atti umani è che nel primo caso è esclusa l'universalità: ogni uomo, ogni cultura, interviene a definire soggettivamente ordini del cosmo e immagini che non coincidono con quelle di altri uomi e altre culture. Nel campo della "poiesis" l'azione umana è libera e multiforme, mentre nel campo del "saphes" è la realtà a imporsi, e agli uomini è dato solamente prendere atto di ciò che si mostra, eliminando qualsiasi elemento soggettivo. In tal modo emerge la realtà spogliata dal suo velo, così come essa è, disponibile alla comprensione universale.
lunedì 7 giugno 2010
IL BENE COMUNE
Possiamo parlare di "bene comune" soltanto se lo intendiamo come "estensione universale dei diritti". Come è noto, la conquista dei diritti è progressiva, incompiuta e sempre annullabile. Di fatto e storicamente, le classi dominanti (che fondano il loro dominio sulla proprietà) hanno sempre detenuto lo spazio maggiore di liberà. Questa è l'evidenza dei fatti. "Bene comune" non significa altro che perdita da parte di una classe dominante di spazi di dominio ed acquisizione da parte di un' altra classe del diritto ad eguale spazio. "Bene comune" significa quindi conflitto fra una classe che detiene diritti che vuole mantenere, e un'altra classe che gode di meno diritti e che ne vuole acquisire. Ecco perchè il "bene comune"
- non è un terreno comune di intesa, ma è un campo di battaglia;
- non è un minimo comun denominatore che accomuna, ma un oggetto che deve essere spostato da una parte all'altra;
- non è la ragionevolezza di una intesa, ma è scontro vitale.
Parlare di "bene comune" è storicamente un non-senso, poichè nella logica dello sfruttamento (basata sul concetto di proprietà), si assiste solamente all'inseguimento, da parte di classi oppresse, della propria dignità, alla lotta di classi subalterne contro classi dominanti che con tutte le loro forze vorrebbero mantenere il dominio.
- non è un terreno comune di intesa, ma è un campo di battaglia;
- non è un minimo comun denominatore che accomuna, ma un oggetto che deve essere spostato da una parte all'altra;
- non è la ragionevolezza di una intesa, ma è scontro vitale.
Parlare di "bene comune" è storicamente un non-senso, poichè nella logica dello sfruttamento (basata sul concetto di proprietà), si assiste solamente all'inseguimento, da parte di classi oppresse, della propria dignità, alla lotta di classi subalterne contro classi dominanti che con tutte le loro forze vorrebbero mantenere il dominio.
Iscriviti a:
Post (Atom)