Un libro ? Perché ? Non saprei cosa scrivere. Pensate voi forse che io possa descrivere anche un solo briciolo del mondo ? Anzi, no. Dirò meglio: UN LIBRO ? PERCHE' ? PENSATE VOI FORSE CHE IO POSSA DESCRIVERE ANCHE UN SOLO BRICIOLO DEL MONDO ? (Tolgo "non saprei cosa scrivere", a conferma che si eccede sempre rispetto a ciò che serve).
Sono solo con me stesso, la finestra chiusa, la tapparella abbassata, i tappi acustici nelle orecchie, una sola luce bianca sul quaderno. In questo momento ho la netta percezione del mio IO. Come lo vedo bene! E come mi voglio bene ! Ho quasi voglia di ballare, ma lo faccio soltanto pensando, mi sembra possibile parlare con chiunque; vedo quasi la porta aprirsi.
Ma ecco che entra un tale, mai visto prima, si chiama Gianpaolo. Ha una camicia a quadri marrone, emana un piacevole odore di scantinato e pulito, è magro, alto e serio, e non appena inizia a parlare assume un'espressione beffarda. Mi colpisce il fatto che ciò che afferma si incastra perfettamente come un puzzle, e ne provo piacere, ma soprattutto è notevole il fatto che egli riconosca spesso di essere in errore...
Poi se ne va, e, altra piacevole sorpresa, entra una fanciulla di nome, credo, Marta. Devo dire che di Marta mi colpiscono soprattutto i piccoli peli biondi sul collo che la luce rivela cadendole da dietro. Si sdraia sul divano, e io li sfioro con le dita, fino alla peluria alla base dei capelli, che sembra di piuma.
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