venerdì 18 marzo 2011

IL LAVORO

"IL LAVORO DI UN POPOLO NON CONOSCE NE' RETORICA NE' INDUGI.
IL SUO FUTURO E' NELLA SUA ANSIA DI FUTURO,
E LA SUA ANSIA E' UNA GRANDE PAZIENZA."

P.P. PASOLINI - APPUNTI PER UN'ORESTIADE AFRICANA

giovedì 17 marzo 2011

IL PENSIERO DI PARMENIDE

Parmenide di Elea
I filosofi che precedono Parmenide contrappongono il TUTTO e il NIENTE,

ma non possono escludere che nel NIENTE vi sia qualcosa che possa fare irruzione nel TUTTO e modificare la CONOSCENZA che si è acquisita fino a quel momento.

 Il TUTTO e il NIENTE quinidi in realtà non sono ASSOLUTAMENTE contrapposti, poiché non si può escludere che nel niente vi possa essere “qualcosa”.

Con Parmenide si giunge a questa contrapposizione assoluta: L’ESSERE (il Tutto) si contrappone ASSOLUTAMENTE al NON ESSERE (Il Niente).

Il TUTTO non può essere NIENTE (non vi è nulla nel tutto che possa entrare nel niente),

il NIENTE non può essere TUTTO (non vi è nulla nel niente che possa entrare nel tutto).

L’ESPERIENZA mostra tuttavia il passaggio dal tutto al niente e viceversa, contraddicendo i due punti precedenti.

Essa va dunque considerata ILLUSIONE.

LEGGI DI NATURA

Fig.1
La scienza può essere molto utile nel descrivere la realtà e può darci indicazioni molto interessanti. Io, ad esempio, ho scoperto una legge psico-fisica che ritengo in grado di aiutare gli  uomini a comprendersi meglio, legge che ho chiamato “Coefficiente di Idiozia Maschile”, in grado di quantificare finalmente quanto una persona di sesso maschile sia imbecille, e che esemplificherò attraverso due esempi. Primo esempio: conosco una persona che ogni due cose che dice spara una cazzata. Le uniche cose credibili che dice sono affermazioni del tipo : “Sono le otto e mezzo” oppure “Che caldo!” o “Oggi piove”. Mediamente lui parla ogni cinque minuti; quindi parla 12 volte in un’ora, dicendo quindi  6 cazzate all’ora. Considerando che 8 ore circa le dorme, nelle restanti 16 dice complessivamente 16X6=96 cazzate al giorno. Essendo il suo peso attorno agli 85 chilogrammi, possiamo affermare con certezza che un idiota di ottimo livello spara circa 1,129 cazzate/chilo al giorno. Per ottenere il valore finale del “coefficiente di Idiozia” bisogna moltiplicare questo valore per un altro valore dato dal rapporto fra la cilindrata dell’autoveicolo posseduto e il prodotto fra una Costante Universale (K=1400)[1] e la misura del Seno della compagna (moglie o fidanzata) o, in assenza di essa, della sua donna ideale. Questa persona possiede un Volvo famigliare, grossa aggravante per lui; viceversa, ha una moglie molto forte di petto: grossa attenuante, stavolta. Dividendo il valore della cilindrata (circa 2000) per il prodotto fra 1400 (K) e 5 (taglia seno) otteniamo 0,285, che va infine moltiplicato per il precedente 1,129, per un valore finale di Coefficiente di Idiozia pari a 0,321. La formula finale può essere espressa come nella figura sopra (fig.1) Altro esempio: una persona, questa invece piuttosto taciturna, parla cica una volta ogni venti minuti, ma dice sempre delle cazzate. Ed è molto magro, peserà sui 60 chili, possiede una Tipo del ’94, una moglie praticamente piatta e soffre di insonnia. Lui dice quindi 3 cazzate all’ora, che moltiplicato per 20 ore di veglia (4 le dorme) fanno 60 cazzate al giorno. Dividendo il numero delle cazzate per il peso, per lui otteniamo il rispettabile risultato di 1 cazzate/chilo al giorno. Dividendo il valore della cilindrata della Tipo (1400, credo) per il prodotto fra 1400 (K) e 2 (taglia del seno della moglie) otteniamo 0,5, che moltiplicheremo per 1 cazz/Kg. Risultato finale: 0,500 di Coefficiente di Idiozia.


[1] Il valore di questa costante sta ad indicare il valore-soglia di cilindrata oltre il quale, acquistando un’automobile, uno ha buttato via dei soldi.




lunedì 14 febbraio 2011

LA MANIFESTAZIONE DELLE DONNE

Molto deboli le tesi sostenute da Giulia Bongiorno durante la manifestazione delle donne di ieri.  "Non sono qui per criticare i festini hard, ma per farlo quando diventano sistema di selezione della classe dirigente" ha affermato.

La signora Bongiorno sa già che questi festini sono esistiti. Peccato che la Magistratura - alla quale spetta l'ultima parola - debba invece ancora accertarlo. Prudenza dovrebbe guidare il valente avvocato: ai tempi in cui per gli italiani Andreotti era un mafioso della peggior fatta, ella con perizia riuscì a sfumarne l'immagine.

Si spieghi  poi cosa centrano le signore Gelmini, Brambilla, Carfagna, Bernini, Ravetto ecc., con i festini hard . Esse fanno parte dell'attuale classe dirigente, ma non perchè abbiano partecipato a tali ipotetici festini. Non si vedono signore nel centrodestra, collocate in posti di responsabilità elevata - tali da poter essere definite "classe dirigente" - che siano in  quella posizione per il motivo indicato dalla Bongiorno. Ammesso e non concesso che questi festini abbiano avuto luogo, essi possono avere costituito al massimo il nutrimento per il sottobosco del potere, non certo per la sua classe dirigente.

Se poi non sono i festini hard  a selezionare la classe dirigente , ma la bellezza fisica,  - così la Bongiorno avrebbe dovuto esprimere in maniera più equilibrata la sua lamentela  - al proposito Berlusconi si è espresso affermando che, a parità di competenze, lui presferisce una donna di gradevole aspetto. Come nel calcio, a parità di punti, vince la differenza reti. Mi pare che non ci sia nulla da eccepire.

domenica 13 febbraio 2011

PURITANI

Giuliano Ferrara ha una ragione e un torto nel suo intervento al TG 1 (pubblicato dal sito di Repubblica):
1. La ragione consiste nel fatto che è vero che una amplissima parte degli oppositori di Berlusconi tenta di eliminarlo facendo leva su aspetti moralistici del suo comportamento privato.

Faccio due esempi: all'indomani delle dichiarazioni del procuratore Brutti Liberati - che affermavano non esservi state irregolarità la notte in cui Ruby veniva affidata alla consigliere Minetti - Rosy Bindi, alla trasmissione Ballarò, poneva l'accento sul comportamento privato del premier, indicandolo come un cattivo esempio da seguire e un pessimo modello educativo. Questa affermazione, del tutto legittima, è tuttavia impropria in una trasmissione che ha carattere politico, mentre è corretta se espressa in altri contesti.

Altro esempio: il riferimento alla Costituzione laddove indica l'onorabilità del premier e delle cariche dello Stato è applicabile anche qui esclusivamente a un contesto politico o giudiziario. E' improprio - e ha carattere evidentemente moralista  - applicarlo alla sfera dei comportamenti privati, laddove questi comportamenti non abbiano altra rilevanza.

Di questa tendenza "moralistica" del centrosinistra è ben consapevole ad esempio il filosofo Cacciari, che non perde occasione per invitarlo a presentare invece una solida proposta politica alternativa.

2.Il torto consite nell'accusare la magistratura di moralismo.

Di fronte ad indizi di reato (in questo caso prostituzione minorile e concussione), essa ha l'obbligatorietà dell'azione penale, e quindi deve mettere legittimamente in atto le azioni dovute - ad esempio le intercettazioni, fino al rinvio a giudizio - al fine di giungere a definire la sussitenza o meno del reato medesimo. Non è quindi  il comportamento privato in sè che viene giudicato, ma solamente quegli atti che, all'interno di quel comportamento, abbiano rilevanza penale.

      giovedì 27 gennaio 2011

      MASI E SANTORO PERSONE ARROGANTI




      Scrivo di getto dopo avere visto e ascoltato il confronto fra il direttore generale della RAI Masi e Santoro durante l'ultima puntata di Anno Zero. Prima Masi afferma che Santoro in precedenti trasmissioni  lo ha "insultato in diretta, come sanno gli ascoltatori", al chè Santoro giustamente replica "come lei sostiene, non come sanno gli ascoltatori", visto chè è in atto un procedimento giudiziario che deve pronunciarsi in proposito. Arroganza di Masi. Questi poi dopo afferma di dissociarsi dal tipo di trasmissione impostata da Santoro, "perchè ad avviso mio e dei miei legali viola in maniera chiara il codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive e i principi costituzionali e legislativi che ne sono alla base". Sulla base di queste affermazioni, Santoro gli risponde che "lei sta dicendo che questa trasmissione viola le regole" e quindi coerentemente dovrebbe far chiudere il programma, oppure ritirare quanto appena affermato. Arroganza di Santoro. Perchè Masi ha espresso chiaramente una sua opinione (e dei suo legali) e non una certezza, sulla base della quale evidentemente egli non può chiudere la trasmissione, e neppure può - nè è giusto che avvenga - ritirarare quella che è un sua libera opinione. Ecco due persone che dall'alto del loro Ego hanno dato un pessimo esempio di tolleranza reciproca.

      venerdì 14 gennaio 2011

      IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

      L'articolo 1 della Costituzione stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, dunque è il popolo stesso che determina in maniera fondante attraverso chi e come debba essere governato. Ora, il governo democratico ("governo" inteso nel senso lato del termine) si esprime attraverso i suoi organi costitutivi - i cosiddetti Poteri legislativo, esecutivo, giudiziario - di cui i primi due sono l'emanazione diretta della volontà popolare, mentre l'ultimo ha il compito di applicare questa volontà.

      Poichè tuttavia vi deve essere una gestione equilibrata del potere, affinchè non sussistano abusi, le democrazie liberali hanno stabilito la presenza di organismi che abbiano la facoltà di controllare l'operato dei Parlamenti e dei Governi. La Corte Costituzionale svolge questa funzione, passando al vaglio la legittimità delle norme. Il potere del popolo ha dunque un limite, (Art.1: "...che lo esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"), del resto confermato dal fatto che parte dei componenti della Corte è designata dalla magistratura - che non è emanazione popolare - e da un Capo dello Stato non eletto direttamente dal popolo. Il Parlamento e l'Esecutivo hanno dunque una legittimazione primaria ma non assoluta.

      La sovranità è l'elemento base della convivenza, altrimenti è il caos: vi deve essere cioè un "governo delle regole" che elimini l'arbitrio. In ogni società civile non può quindi non esserci "sovranità". Poichè dunque questa è necessariamente data, è il popolo a stabililire in che modalità essa debba esprimersi, attraverso quali programmi e linee di governo. Gli Esecutivi e i Parlamenti hanno dunque il diritto di governare - per quanto sottoposto a controllo, come abbiamo visto.

      Poichè questo diritto si incarna in persone concrete (i nostri parlamentari e governanti), esse però non possono essere considerate persone comuni, nel senso che esse, nello svolgimento delle loro funzioni, esprimono  istituzionalmente una volontà fondante collettiva e non una volontà individuale. Se queste persone fossero impedite a svolgere le loro funzioni, ad esempio per procedimenti  giudiziari in corso - è il caso del presidente Berlusconi -  verrebbe leso uno dei principi base della nostra carta, verrebbe cioè impedito al popolo sovrano di esprimere la sovranità che ha liberamente scelto. Ecco perchè la Corte Costituzionale ha riconosciuta corretta la formula del cosiddetto "legittimo impedimento", pur determinandone una forma diversa rispetto a quella presentata nella proposta della Destra. Essa ha cioè riconosciuto corretto un principio, limitandone però la portata originaria, restituendo alla magistratura quella prerogativa di controllo che essa possiede, come previsto dall'equilibrio dei poteri.